Confessioni di un consulente IT

Alla scoperta di Eclipse

Posted in Eclipse, Programmazione by pigreco314 on 22 novembre, 2005

Uno dei software che commercializziamo è un’applicazione JSP chiamata W.L. Non essendo un software sviluppato dal Product Department soffre delle consuete problematiche delle applicazioni sviluppate sul Field:

  1. non si ha idea di come generare i build (o meglio, ognuno ha la sua idea su come generare i build)
  2. non esiste un repository per mantenere il codice sorgente (in realtà esiste ma nessuno si preoccupa di mantenerlo aggiornato)
  3. non esiste un numero di versione che lo identifica, perchè:
  4. ne esistono “n” manifestazioni, ossia una per ciascuno dei progetti in cui è stato personalizzato.

Per cominciare a fare un po’ di chiarezza ho affrontato il punto 1. e ho deciso di provare Eclipse, il famoso ambiente di sviluppo disegnato da IBM e rilasciato come progetto open source qualche tempo fa visto che i precedenti tentivi di utilizzare JBorlandX non sono proprio filati lisci come l’olio.
Mi è stato di particolare aiuto questo articolo su developerWorks che descrive come utilizzare Eclipse insieme a Tomcat per sviluppare, compilare e testare progetti JSP.
Ottimo articolo, spiegazione chiara e il nostro W.L. è servito.
Ah, dimenticavo, il codice sorgente è gelosamente custodito sul nostro server Peforce.
Manca solo di spargere la voce, in attesa di farsi venire qualche idea per risolvere i punti 3. e 4.

P.S.: il nostro Google Ads è abbastanza suscettibile. E’ bastato inserire qualche termine non proprio inerente il tema di questo blog nell’ultimo post e sono subito comparsi annunci piuttosto fuorvianti. Forse è il caso di raddrizzare la situazione disseminando parole come: java server pages, programmazione, consulenti IT, sviluppo software, IDE.
Vediamo che succede…

Google Ads non è più in questo blog da quando è migrato su WordPress

Così per dire…

Posted in Parole, Storie Aziendali by pigreco314 on 12 novembre, 2005

Modi di dire che mi dànno i nervi, mi fanno venire il latte alle ginocchia, l’orticaria , il delirium tremens e il piede cavo.

  • “dobbiamo addressare il problema” (trad. “dobbiamo affrontare la questione”)
  • “alla fine ho ghivappato (trad. “dopo molti estenuanti sforzi inconcludenti ho lasciato perdere”, da “to give up”)
  • “ho già fissato 5 bachi(trad. “ho corretto 5 errori nel programma”, da “to fix”)
  • “ci fasiamo domani” (trad. “domani ci accorderemo sul da farsi”)

La cosa che più mi infastidisce è la pigrizia mentale, il non voler cercare la parola giusta e abbandonarsi a orripilanti neologismi.
A volte lo faccio notare al mio interlocutore, ma visto lo scarso successo che ho avuto… alla fine ho ghivappato!

Aggiornamento 21-Nov-2005: sentiti anche “updatare” (evidentemente “aggiornare” è misteriosamente sparito dal vocabolario”) e “targettare”.

Ingegneri! 33,33,33…

Posted in Progetti, S.K., Storie Aziendali by pigreco314 on 7 novembre, 2005


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Originally uploaded by seaan.

L’altro giorno ho avuto una lunga conversazione sotto forma di Groove chat con uno dei nostri collaboratori indiani impiegati a Dubai, S.K.
Alcuni mesi fa, S.K., insieme ai suoi colleghi, aveva trascorso due settimane in Italia per un corso di aggiornamento sui nostri prodotti software. L’obiettivo era metterli in condizione di lavorare sui nostri progetti nell’area Middle-East limitando il coinvolgimento del personale europeo e dare una bella botta al Gross Margin.
Con l’occasione, illustrammo loro anche due progetti particolarmente critici in Arabia Saudita che avremmo voluto portassero a compimento.
La chiaccherata era durata una mezza giornata.
Avete mai avuto occasione di parlare con una persona proveniente dall’India?
In segno di comprensione e assenso a quello che dite, scuote la testa con un movimento basculante che per un europeo significherebbe: “nonononono, ma che stai addì!?”.
Nel dubbio che quel basculare tous ensemble significasse veramente che non avevano capito un’acca, davo già per perduti i due progetti e mi sentivo in tasca di nuovo un biglietto per Riyadh.
Ebbene, durante la chat durata circa un’ora, S.K. mi ha aggiornato su uno dei due progetti.
Inizialmente, S.K. ha menzionato una serie di problemi chiedendomi suggerimenti su come risolverli. Ma a ogni mia risposta, S.K. ribatteva che una soluzione alternativa l’aveve già trovata e provata con successo.
Alla fine, era chiaro che tutte le questioni aperte erano state risolte, il cliente era contento e possiamo sperare di avere il verbale di collaudo firmato entro la fine dell’anno.
Proprio come nel film “Non ci resta che piangere”, quando Leonardo scende da un treno a vapore sbuffante, realizzato sulla base delle indicazioni strampalate date in un pomeriggio d’estate da Benigni e Troisi e dice, dimostrandosi ancora più smaliziato: “Ingegneri: trentatrè, trentatrè, trentatrè!”.
Questo però S.K. non me l’ha detto.